I primi gelati muniti di ostie di pane vennero confezionati in Italia. Caterina de’ Medici attraverso la servitù e i suoi cuochi italiani introdusse le sue ricette in Francia durante il Rinascimento. In Inghilterra invece, sempre ad opera di Italiani, tale tradizione si diffuse solo nel Sedicesimo secolo.
Coni in carta o metallo vennero usati in Francia, Germania e Gran Bretagna, durante il XIX secolo, per mangiare il gelato. Uno dei primi riferimenti ad un cono commestibile si può trovare nel libro di cucina “Mrs A. B. Marshall’s Cookery Book”, scritto nel 1888 dalla celebrata scrittrice culinaria Agnes Marshall.

La ricetta del “Cornetto con crema” indica che – “i cornetti erano fatti con mandorle e cotti al forno, non premuti tra ferri”. Ella inoltre aggiunge – “questi cornetti possono essere riempiti anche con qualsiasi gelato o sorbetto o crema o frutta, e servito a pranzo o a cena”.

Mrs Marshall fu una influente innovatrice e rese molto popolare il gelato in Gran Bretagna. Pubblicò due libri di ricette specifici sui gelati e brevettò inoltre una macchina per i gelati. Il 13 dicembre 1903, Italo Marchioni (1868-1954), originario di Vodo di Cadore e residente a New York City, ricevette il brevetto statunitense Nr. 746971 per l’invenzione del cono gelato che aveva venduto in America sin dal 1896.

Pare difatti che l’idea nacque da uno stato di necessità dell’italiano, visto che inizialmente il suo gelato veniva servito in bicchieri di vetro. Capitava di frequente che i medesimi non venissero restituiti al gelataio, o che si rompessero accidentalmente scivolando dalle mani dei clienti, comportandogli dunque una piccola perdita di capitale.

È attualmente l’inventore più accreditato proprio in virtù di quel brevetto che il medesimo richiese ai primi del Novecento.

Taluni invece pensano che il cono gelato sia invece stato inventato a Saint Louis, Missouri nel 1904 al Louisiana Purchase Exposition, dove la storia dice che un pasticciere siriano, Enrst Hamwi, che stava vendendo zalabia, una pasta croccante e gocciolante di sciroppo cotta in una pressa bollente per wafer, andò in aiuto al vicino venditore di gelati, forse Arnold Fornachou o Charles Menches, che stava finendo i piatti, arrotolanto lo zalabia ancora caldo a forma di cono in modo potesse contenere il gelato. Tuttavia, molti uomini che vendevano pasticcini alla World’s Fair sostennero di essere stati gli inventori del cono gelato e solo dopo Marchioni, citando una varietà di diverse inspirazioni. Dopo la fiera, il cono gelato divenne popolare a St. Louis nel 1904.

La storia di Hamwi è esclusivamente basata su una lettera che egli scrisse nel 1928, ben 25 anni dopo il brevetto di Marchioni, allo Ice Cream Trade Journal, dopo aver fondato la Cornucopia Waffle Company, che era diventata la Missouri Cone Company. Per quel periodo, l’industria dei coni gelato produceva già circa 250 milioni di coni l’anno in tutta la nazione. La produzione su scala industriale dei primi coni, che venivano arrotolati a mano, avvenne intorno al 1912. Frederick Bruckman, un inventore di Portland, Oregon, brevettò una macchina per arrotolare i coni gelato. Vendette la sua compagnia alla Nabisco nel 1928.
L’idea di vendere coni gelato congelati era da lungo tempo un sogno dei produttori di gelato, ma non fu che nel 1959 che un altro italiano, un certo Spica, produttore di gelati con sede a Napoli, risolse il problema del gelato che rendeva fradicio il cono. Spica inventò un processo in cui l’interno del wafer veniva isolato dal gelato grazie ad uno strato di olio, zucchero e cioccolato. Spica registrò il nome “Cornetto” nel 1960.

Le vendite iniziali furono scarse, ma nel 1976 la Unilever acquistò la Spica e iniziò una massiccia campagna di marketing in tutta Europa, rendendo il “Cornetto” uno del gelati più popolari del mondo.

(Fonte: Wikipedia)